Sicurezza sul lavoro: DVR rischio fulminazione D.lgs 81/08
I fulmini sono originati da enormi differenze di potenziale (nell'ordine di milioni di Volt) che si vengono a creare all’interno delle nubi temporalesche.
Le particelle di acqua e di ghiaccio più piccole all'interno delle nubi tendono a caricarsi positivamente ponendosi alla sommità della nube, mentre quelle più grandi si dispongono alla base e tendono a caricarsi negativamente.
Il D.Lgs 81/2008 all'art. 84 "Protezioni dai fulmini" cita:
1. Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini realizzati secondo le norme tecniche.
I fulmini infatti possono provocare gravi danni a cose e persone.
La valutazione nei luoghi di lavoro del rischio di fulminazione da scariche atmosferiche (D.Lgs 09 aprile 2008 n. 81 “testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”), deve essere eseguita con la norma tecnica CEI EN 62305-2, in vigore dal primo marzo 2013:
- CEI EN 62305-1 (CEI 81-10/1) “Principi generali”
- CEI EN 62305-2 (CEI 81-10/2) “Valutazione del rischio” Nuova edizione
- CEI EN 62305-3 (CEI 81-10/3) “Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone”
- CEI EN 62305-4 (CEI 81-10/4) “Impianti elettrici ed elettronici nelle strutture”
- Guida CEI 81-2 “Guida per la verifica delle misure di protezione contro i fulmini”
Un fulmine può causare danni in funzione al tipo di costruzione, a ciò che si trova al suo interno e alle attività che vi si svolgono.
Si distinguono tre tipologie principali di danno che possono manifestarsi come conseguenza di una fulminazione come riportato:
- D1: danno ad esseri viventi per elettrocuzione;
- D2: danno materiale;
- D3: guasto di impianti elettrici ed elettronici.
Ciascun tipo di danno può produrre diverse perdite:
- L1: perdita di vite umane (inclusi danni permanenti);
- L2: perdita di servizio pubblico;
- L3: perdita di patrimonio culturale insostituibile;
- L4: perdita economica (struttura, contenuto e perdita di attività)
I rischi da valutare in una struttura possono essere:
- R1: rischio di perdita di vite umane (inclusi danni permanenti);
- R2: rischio di perdita di servizio pubblico;
- R3: rischio di perdita di patrimonio culturale insostituibile;
- R4: rischio di perdita economica.
Una volta stabilito il limite massimo di rischio tollerabile (RT), la valutazione consente la scelta delle misure di protezione da adottare per ridurre il rischio a tale limite.
il rischio per un danno da fulminazione risulta determinato, secondo la norma in questione, dalla relazione:
R = N x P x L
dove:
N |
è il numero di eventi pericolosi |
P |
è la probabilità di danno |
L |
è la perdita in seguito al danno |
Se R ≤RT |
Se R > RT |
la protezione contro il fulmine non è necessaria |
debbono essere adottate misure di protezione al fine di rendere R RT per tutti i rischi a cui è interessata la struttura |
Secondo la Norma CEI EN 62305-2 per la valutazione nei luoghi di lavoro del rischio di fulminazione da scariche atmosferiche si applica in linea generale la seguente procedura:
- Identificazione della struttura da proteggere;
- Identificazione delle caratteristiche della struttura;
- Identificazione di tutti i tipi di perdita e dei corrispondenti rischi;
- Determinazione del rischio R per ogni tipo di perdita;
- Valutazione della necessità della protezione (installazione LPS)
Ai fini della valutazione è necessario prendere in considerazione la densità annua di fulmini a terra per km/quadrato, la struttura stessa oggetto della valutazione, gli impianti presenti in essa ed il contenuto, le persone nella struttura e quelle nella fascia fino a 3 metri all’esterno nonché l'ambiente circostante.
CENSET aiuta il Datore di lavoro nella stesura della valutazione nei luoghi di lavoro del rischio di fulminazione da scariche atmosferiche.